2) ALUNNI DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO (L.170/2010)
Con il termine Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) si intende un disturbo che investe le funzioni relative ai processi di apprendimento delle abilità strumentali di base di lettura, scrittura e calcolo. Tali disturbi interessano uno specifico dominio di abilità, ma all’interno di un funzionamento intellettivo nella norma.
Il successo scolastico di uno studente con DSA richiede che la scuola, in sinergia con la famiglia ed il sanitario di riferimento, accompagni il processo di consapevolezza dello studente rispetto alla conoscenza delle proprie capacità d’apprendimento e all’uso autonomo delle strategie compensative.
Il fascicolo personale dello studente con DSA deve contenere:
- La Diagnosi e la Relazione Clinica;
- Il Piano Didattico Personalizzato.
La valutazione diagnostica e clinica spetta agli specialisti (neuropsichiatri infantili o psicologi) dell’ASL o di strutture accreditate; è compito della Regione accreditare gli Enti certificanti e trasmettere relativo elenco alle istituzioni scolastiche (Accordo Stato Regioni del 27 luglio 2012). Lo specialista rilascia la diagnosi e la relazione descrittiva delle abilità strumentali specifiche, sulla base della quale il Consiglio di classe definisce gli strumenti compensativi e le misure dispensative da adottare.
Alla famiglia spetta il compito di consegnare tempestivamente tutta la documentazione (completa di diagnosi e relazione clinica di DSA) alla Segreteria Didattica, che informerà il Responsabile di Funzione e il coordinatore del Consiglio di classe. Il Responsabile di Funzione verifica che la diagnosi non risalga a più di 3 anni.
Se lo specialista consegna alla famiglia solamente la diagnosi, sarà cura dell’Istituzione Scolastica richiedere la documentazione completa necessaria per la messa in atto di strumenti compensativi e di misure dispensative adeguati alle necessità dello studente.
Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è definito dal Consiglio di classe in accordo con la famiglia ed lo specialista di riferimento. In esso sono delineate le metodologie e le attività didattiche rapportate alle capacità individuali specificando le misure dispensative e gli strumenti compensativi. In alcuni casi possono essere sufficienti solamente alcune indicazioni a carattere trasversale per tutte le discipline; in altri, invece, si rende necessaria una definizione precisa all’interno di ciascuna disciplina. Durante l’anno scolastico ogni verifica ed eventuale aggiustamento degli interventi partirà da quanto condiviso ad inizio percorso e riportato nel PDP, in particolare nella relazione fra obiettivi, risultati attesi e valutazione.
Il clinico definisce, solitamente nella relazione, le indicazioni generali circa l’utilizzo di strategie compensative; spetta ai docenti del Consiglio di Classe identificare, declinare e sperimentare quelle più efficaci per lo specifico studente, anche all’interno delle diverse discipline, avendo attenzione a garantire una didattica personalizzata con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico.
La valutazione degli studenti è effettuata sulla base del PDP in relazione sia alle misure dispensative che agli strumenti compensativi adottati, anche in via temporanea. La strutturazione delle verifiche dovrà consentire allo studente di mostrare il grado di prestazione migliore possibile.
È opportuno che ciascun docente, per la propria disciplina, definisca le modalità più facilitanti con le quali le prove, anche scritte, vengono formulate. È particolarmente importante che le prove di verifica vengano programmate, informando lo studente. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà che presenta lo studente; prevedibile una dispensa dalle suddette prove, sostituibili con verifiche solo orali.
La prestazione orale può essere utilizzata e considerata come compensativa della prestazione scritta.